Da Zoë Mildon, Ph.D. (Università di Plymouth, UK) e Marco Meschis PhD (Birkbeck, Università da London, UK). Tradotto da Giovanni Diaferia (Università di Roma Tre, Roma).
Citation: Mildon Z., and Meschis, M. (2019), Fault responsible for the 1908 Messina earthquake identified, Temblor,http://doi.org/10.32858/temblor.028
Nel 1908 un terremoto di magnitudo 7.1 colpì la città di Messina. Il terremoto e successivo tsunami devastarono l’abitato, uccidendo più di 75.000 persone. Si tratta dell’evento sismico più forte del XX secolo, generato da una faglia la cui posizione è stata finalmente individuata da un recente studio, dopo esser stata a lungo dibattuta.
Figura 1- Mappa dell’area di studio. In rosso sono indicate le faglie attive estensionali in Sicilia e Calabria mentre i punti indicano i dati altimetrici usati in questo studio. La faglia di Messina-Taormina è riportata in basso a sinistra. Da Meschis et al. (2019).
Quale faglia ha generato il terremoto?
L’anno precedentemente al terremoto, furono svolte misure di quota altimetrica lungo le strade a ridosso della costa siciliana e nell’intorno di Reggio Calabria. La campagna di misura fu effettuata da Antonio Loperfido, un ingegnere civile del catasto coinvolto nella costruzione della rete ferroviaria nell’Italia meridionale. Successivamente al terremoto di Messina, circa un anno dopo, le misure furono ripetute mettendo in luce gli spostamenti verticali del terreno indotti dal sisma.
Figura 2- Confronto tra i dati altimetrici successivi al terremoto di Messina del 1908 e quelli di altri terremoti in regimi estensionali in Italia e US. Da Meschis et al. (2019).
I geologi del Birkbeck College, dell’UCL (Università College of London), dell’Università di Plymouth e dell’Università degli Studi dell’Insubria hanno usato questi dati di oltre 100 anni fa per capire qual è la faglia responsabile del terremoto e tsunami del 1908. Gli studiosi hanno usato le mappe di faglie attive (ottenute attraverso rilievi in campagna e con dati di batimetria dello Stretto di Messina) per definire le possibili sorgenti sismogenetiche. Per ognuna di queste, hanno calcolato i rispettivi movimenti verticali del terreno, poi confrontati con quelli osservati oltre 100 anni fa. Questi dati sono stati anche paragonati agli effetti di terremoti in altre parti del mondo, mostrando importanti similarità.
Lo studio dimostra che a generare il terremoto di Messina del 1908 deve esser stata una faglia estensionale inclinata di 70° verso est, dislocatasi per circa 5 m. ll confronto tra dati e modello suggerisce che fu la faglia di Messina-Taormina, posta a mare, la più probabile responsabile del sisma.
In passato, diversi studiosi hanno proposto altre strutture di faglie quale responsabili del sisma del 1908 (Schick, 1997; Mulargia and Boschi, 1983; Bottari et al., 1986; Capuano et al., 1988; Boschi et al, 1989; Aloisi et al, 2012), tuttavia queste non sono allineate con le strutture note sia a terra che lungo lo stretto di Messina.
Gli effetti del terremoto di Messina del 1908.
Figura 3- Danneggiamenti a seguito del terremoto e dello tsunami nelle città di Messina e Reggio Calabria.
Il terremoto ebbe effetti devastanti su un’area molto estesa, sia sulla costa siciliana che sul fronte calabro. Entrambe le aree furono colpite da uno tsunami con onde fino a 12 m, circa 10 minuti dopo il sisma. Messina fu quasi interamente rasa al suolo dal sisma ed il suo porto distrutto dallo tsunami. Il terremoto avvenne durante la notte, una circostanza che ha probabilmente aggravato il bilancio delle vittime. A Reggio Calabria, quasi il 98% delle abitazioni fur distrutte (De Stefano, 1987). Oggi, la maggior parte degli edifici sono costruiti secondo norme antisismiche, rendendo improbabile un bilancio delle vittime così disastroso se un evento simile colpisse quest’area.
I dati altimetrici di Antonio Loperfido registrarono un abbassamento del terreno di 58 cm nella città di Reggio Calabria. Mentre a Messina, la subsidenza fu nell’ordine dei 71 cm, un dato forse aggravato dai diversi franamenti che interessarono quest’area (tali dati sono stati quindi rimossi dall’analisi).
Quali sono i rischi nell’area
Solo 3 km dividono la Sicilia dalla penisola italiana lungo lo Stretto di Messina. La costruzione di un eventuale ponte stradale-ferroviario avverrebbe esattamente al di sopra della faglia di Messina-Taormina che, se attivata come nel 1908, danneggerebbe tale struttura. Il ponte di Rion-Antirion nel Golfo di Corinzio (Grecia), con un estensione di circa 16 mm annui, dimostra che è possibile costruire in corrispondenza di strutture tettoniche attive. Stando ai dati da GPS, lo Stretto di Messina si estende di 2-3 mm ogni anno, in parte lungo al faglia di Messina-Tormina, sebbene non si conosca con esattezza il suo tasso di dislocazione annuo.
Questo studio dimostra che combinare terremoti storici e conoscenze su faglie attualmente attive, individuate e riportate su carte geologiche, aiuta a definire il rischio sismico di una certa area, un passo fondamentale nella corretta gestione e pianificazione territoriale.
Ringraziamenti
Si ringraziano Valerio Comerci per il repertorio fotografico e tutti gli altri autori dello studio Gerald Roberts, Jenni Robertson, Alessandro Michetti e Joanna Faure Walker.
References
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